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L’ARIA DI CAMPAGNA


di Michellerimini
14.11.2020    |    4.662    |    5 9.7
"Lo zio Pinkus era un trentenne alto, abbronzato, bello e con una muscolatura parecchio sviluppata per via del lavoro..."
La scuola anche per quest’anno era “finalmente” finita ma io purtroppo non potevo dedicarmi alle vacanze e coccolarmi nel dolce far nulla, avevo promesso che avrei aiutato lo zio che ha un’azienda agricola. Non era un gran periodo e non poteva permettersi di assumere ancora mano d’opera.

Accompagnato da mio padre arrivammo alla fattoria di pomeriggio, faceva un caldo incredibile; ci accolse zia Marianne, felicissima di vedermi, “mi vuole un gran bene..” Mio padre da buon Marxista si raccomandò di farmi lavorare tanto, così avrei imparato quanto è realmente dura la vita. Poi ci salutò, si rimisi in macchina e ripartì diretto verso casa a Berlino, lasciandomi alla mia ventura.
Mia zia mi rassicurò subito che avrei fatto solo qualche lavoretto a patto di non dire nulla a mio padre. La cosa mi distese, e abbracciata la zia per ringraziarla portai la mia valigia in camera. Sistemate le mie cose, scesi con l'intenzione di andare a salutare lo zio, che nel frattempo stava lavorando nella stalla e di fatti lo trovai proprio a sistemare del fieno con il forcone. Lo zio Pinkus era un trentenne alto, abbronzato, bello e con una muscolatura parecchio sviluppata per via del lavoro. Appena mi vide, lasciò tutto e venne ad abbracciarmi, era felice di vedermi, contento del mio impegno preso per aiutarlo, e in aggiunta gioioso perché avrei passato così un po’ di tempo con lui e la zia nella verde terra del Niedersachsen nella Bassa Sassonia.
Rientrammo in casa verso orario di cena. Zia Marianne aveva cucinato il pollo per festeggiare, era tutto buonissimo e durante il pasto, raccontai un po’ della mia vita, della scuola, delle amicizie.. un po’ le solite cose, ma erano due anni che non vedevo gli zii, ed erano rimasto un po', come dire, indietro su tutto.

Dopocena io e lo zio ci sedemmo sotto il portico, lui a fumare e io a tenergli compagnia. Ci perdemmo in chiacchiere parlando del più e del meno, mi raccontava del lavoro, di com'era faticoso, ma di come allo stesso tempo l’amava, era tutta la sua vita. Si fece tardi, e venne l’ora di ritirarsi. Poco prima di entrare in camera dissi allo zio che volevo aiutarlo fin da subito, di svegliarmi l’indomani per iniziare il lavoro insieme. La mia camera era graziosa e si affacciava su un bel terrazzo loggiato che permetteva una vista panoramica sui campi coltivati. Aprì la porta finestra per fare entrare l’aria fresca e uscii fuori. A un tratto notai che anche la stanza dei miei zii dava su quel terrazzo e anche loro avevano la porta del balcone aperta, avevano acceso una luce soffusa e li udii mentre parlavano a bassa voce di me. Io stavo in silenzio, volevo ascoltare ciò che dicevano ma il bisbiglio cessò, tornò il silenzio, ma pochi istanti dopo altri rumori disturbarono la tranquillità della campagna.. erano gemiti, schiocchi di baci e sussurri. “E’ si..” pensai, “lo stanno facendo.”
Mi allungai per guardare. Vidi mia zia sul letto, a gambe larghe e mio zio che con gusto le leccava la figa. La pratica durò poco, perché lo zio la fece girare e finalmente riuscì a vedere il fratello di mio padre completamente nudo e devo dire che aveva un bellissimo cazzo, maestoso con vene nodose, ma soprattutto bello dritto.. diciamo una “vanga” da bravo coltivatore che era, che senza sensibilità glie lo ficcava a zia dentro e fuori a mazzate, anzi, “a vangate”. Fottuta con vigore e padronanza.
A quel punto non resistetti più e cominciai a toccarmi, fino ad arrivare a farmi una sega. Mio zio la scopava sempre più veloce, mentre zia urlava di piacere, fino a che rallentò.. estrasse il cazzo da quella figa slabbrata e cercò di metterglielo nel culo ma lei rifiutò quindi lo ributtò in figa e finalmente sborrò.. lo stesso momento in cui sborrai anch'io. Mi allontanai subito senza preoccuparmi della straccia di sborra che lasciai sul pavimento e tornai in camera. Non potevo credere a quello che avevo visto, mi coricai sul letto e mi addormentai.
Alle 5.30 mio zio mi svegliò ed io, ancora assonnato, scesi in cucina dove trovai mia zia che aveva già preparato la colazione. Mangiammo, poi mi vestii e subito corsi in stalla ad aiutare lo zio dove passai tutta la mattinata a dare da mangiare agli animali e a pulire tra paglia e sterco, ma nonostante tutto non smettevo di fantasticare su mio zio e il suo imponente cazzo.
A mezzogiorno rientrammo in casa per il pranzo e una volta terminato, zio mi disse che avevo il pomeriggio libero che avrei potuto fare quello che volevo, così presi la canna da pesca e mi diressi al fiume che era poco distante. Arrivato sull'argine dopo aver sistemato l’attrezzatura, misi un telo a terra e mi sdraiai. Era bello stare tra la natura tuttavia il mio pensiero deviava sempre alla scena a cui avevo assistito la sera prima. Cominciai a toccarmi e lentamente iniziai una lenta sega mentre mi stimolavo il culo con un dito, poi due dita, ma non mi bastava, volevo di più, ne misi tre e presi a masturbarmi pure il culo alla grande, ma il senso di carenza nell'ano insisteva, sentivo che non mi accontentavano le mie dita. Mi guardai attorno e vidi la custodia della canna da pesca, la insalivai e cominciai a infilarla dentro il culo, poi chiusi gli occhi per fare deliri proibiti godendo ed eruttare finalmente in una sborrata copiosa.
Alla fine aprì gli occhi e... “Cazzo!” Davanti a me c’erano lo zio Pinkus con la canna in spalla e una faccia sbalordita. Immediatamente mi coprii, ero imbarazzatissimo. Lui si scusò, disse che voleva farmi una sorpresa venendo a pescare con me, e che non credeva di disturbarmi. Si sedette a terra sul telo e si ammutolì. Io, ancora imbarazzato, mi ricomposi velocemente e mi avvicinai cercando di giustificare, di spiegargli, ma lui mi disse che era stupito, molto stupito, non tanto per la sega, era stato giovane anche lui, piuttosto a sorprenderlo fu il come cercavo lo stimolo del piacere, cioè scopandomi il culo con la custodia della canna da pesca. A quel punto era inutile nascondere oltre la mia bisessualità.
Quel pomeriggio prendemmo molti pesci e verso orario di cena ci avviammo verso casa. Nel tragitto mi promise che avrebbe mantenuto il segreto con tutti, essendo una cosa così privata ed io lo abbracciai per ringraziarlo.

Dopo cena andai in camera e mi misi sul terrazzo a rilassarmi sotto le stelle.
Si fece tardi quando nel silenzio sentii nuovamente riproporsi la scena della notte precedente, mio zio e mia zia stavano scopando, rumorosamente questa volta.
Sentivo che mio zio insisteva per scoparle il culo ma zia categoricamente rifiutava. Furibondo intravidi zio alzarsi dal letto e nervosamente uscire sul terrazzo nudo. Appena mi vide, chiaramente qualcosa scattò nella sua mente. (Fatalmente quella notte era eccezionalmente calda, ed anche io ero nudo se non per lo slip.)
Feci per entrare nella mia stanza quando lui mi afferrò per un braccio e con forza mi fece girare contro il muro. Appoggiò il suo gran cazzo sul mio buco e iniziò a sfregarcelo contro sussurandomi all'orecchio che lui voleva fottere un culo, che lo desiderava da tanto e dal momento che la zia non cedeva io ero perfetto.. tanto sapeva che non sarebbe stata una novità per me, anzi. Senza dire altro, prese la mia testa fra le sue mani e mi abbasso, con forza. Mi spinse all'altezza del suo cazzo, e me lo ficcò dapprima in bocca iniziando a scoparmela con forza con la sua “vanga” dentro e fuori, mentre la mia eccitazione era divenuta incontrollabile, pochi istanti e sborrai senza nemmeno toccarmi. Poi mi alzò, mi girò nuovamente e in un colpo solo me lo sbatté dentro. Il dolore era immenso, volevo urlare ma con una mano mi tappò la bocca e cominciò una volta entrato tutto, a fottermi prima piano, facendolo entrare e poi estraendolo di botta.
Il glande era davvero grosso, e tutte le volte per il mio sfintere asciutto era un dolore. Dopo pochi attimi però, complice la sua pre eiaculazione che bagnava e filava sulla sua cappella, lo zio riuscì ad entrare più facilmente, il mio buchetto si era abituato, e il dolore poco a poco svanì mentre prendeva piede una sensazione di piacere.
Lo zio capì che i miei gemiti non erano più di dolore e il ritmo era diverso, stavo iniziando a godere. Cominciò allora a fottermi più veloce, sbattendomi il cazzo tutto dentro fino a sentire le sue grosse palle rimbalzarmi contro il culo.
Il male era sparito completamente, e iniziai a godere come un pazzo, lo sentivo tutto dentro di me, tutto sino in fondo. Mio zio sembrava un toro, mi fotteva con una foga ed una forza sbalorditiva. Ad un tratto estrasse la “vanga”, mi prese e mi appoggiò a pancia in su sul mio letto e a gambe all’aria rientrò dentro di me, e mi scopò con virilità guardandomi dritto negli occhi. Vedevo il suo volto, il suo sguardo che parlava da solo.. un ingordo forsennato. Poi sentì il suo cazzo ingrossarsi, e i suoi occhi chiudersi. Con un grido venne dentro di me, tanto e copiosamente. Sentivo distintamente i getti prepotenti che si infrangevano sulle pareti interne del mio culo, provocando in me piaceri indescrivibili e senza sfiorarmi sborrai un altra volta anch'io.. quattro lunghi schizzi che finirono sulla mia pancia fino alla bocca.
Mi sentivo le viscere inondate, ero pieno di una crema deliziosa.
Lui si accasciò su di me, per riprendere fiato.
Si alzò e silenziosamente uscì prima da me poi dalla mia camera, mentre io sfinito mi addormentai...
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